Ci troviamo spesso ad affrontare nei potenziali clienti il timore che una bici convertita sia meno affidabile di una nativa. A sostegno di questa tesi viene spesso argomentato che una bici tradizionale non è in grado di sopportare i pesi e le sollecitazioni aggiuntive comportate dalla motorizzazione. Sono considerazioni ragionevoli, ed in qualche caso vere. Non nel nostro però, ed ecco perchè:

  1. il peso aggiuntivo dei nostri sistemi è di solito limitato a 5-8kg, ben poco rispetto al peso complessivo dell’insieme bici+ciclista. E’ ovviamente fondamentale curare la robustezza e rigidezza degli attacchi, ad esempio della batteria. Ma questo rientra nella qualità della progettazione, che tra l’altro non è necessariamente garantita nei prodotti commerciali
  2. lavorando con potenze a norme codice (250W) si resta ben al di sotto della potenza istantanea che ogni persona in buona salute può esprimere. Quello che cambia è la continuità con cui questa potenza può essere espressa, il che fa la differenza in termini di esperienza d’uso ma non di resistenza del mezzo. Detto questo resta da considerare la modalità specifica con cui si trasmette la potenza di un motore e assicurarsi con non avvengano pericolose concentrazioni di sollecitazioni, tipicamente nella trasmissione e nei forcellini. Ma di nuovo questo pertiene alla buona progettazione
  3. a maggior ragione nessuna preoccupazione desta il limite di velocità assistita, da codice pari a 25Km/h, dato che qualsiasi bicicletta tradizionale, anche la più scadente, è autorizzata a circolare a velocità ben maggiore
  4. molto spesso la produzione commerciale usa componenti elettrici analoghi a quelli utilizzati da EthosBikes, e spesso di qualità inferiore
  5. infine è evidente che la premessa per una buona realizzazione è l’accurata selezione della bicicletta di partenza, scartando quelle che per eccesso di usura o difetto di qualità iniziale mal si prestano ad una motorizzazione, e probabilmente andrebbero scartate o usate con cautela anche senza motore

Ad alimentare questi preconcetti ha sicuramente contribuito la tormentata evoluzione della bici elettrica. Per anni si sono visti in giro mezzi goffi e pesanti, sovradimensionati in molte parti eppure fragilissimi in altre. Come strascico di questa opinabile tradizione si vedono ancora in giro telai inutilmente massicci, ruote con raggi da motorino, enormi canalizzazioni per far passare masse di cavi che non hanno più motivo d’essere. Il nome di tutto questo non è affidabilità ma cattiva progettazione.

Ad EthosBikes seguiamo la via maestra di una e-bike che si distacchi il meno possibile dalla bici tradizionale perché quest’ultima resta un modello insuperato di eleganza ed efficienza. Agiamo selettivamente solo la dove è effettivamente necessario, dettagli quasi invisibili come i raggi a doppio spessore o i mini bracci anti-coppia, per favorire e rendere duraturo il matrimonio tra vecchio e nuovo.